Una delle caratteristiche peculiari del Cammino Materano è la sua organizzazione: esiste infatti un’omonima associazione che si occupa della gestione del Cammino nella sua interezza.

Vi chiederete: cosa significa “gestione”? Vediamo di spiegarlo per bene.

La genesi del Cammino Materano, a differenza di altri cammini più celebri, non risale alla notte dei tempi e non si perde nei meandri della storia. Molto meno leggendariamente, una decina d’anni fa un gruppo di persone armate di buona volontà e di spirito d’iniziativa (nonché – aspetto certamente non trascurabile – delle giuste competenze) ha deciso che questo cammino andava composto, modellato e strutturato.

Una volta individuate le varie Vie, ricalcando e unendo le tracce di vecchi sentieri, tratturi, strade romane e medievali, sono poi passati al successivo step: il coinvolgimento del territorio come condizione fondamentale per poter dichiarare un “cammino” come tale.

Ovviamente non si tratta di un’operazione semplice, e nemmeno veloce, ed è tutt’ora in corso. È per questo motivo che non ancora tutte le vie sono state dichiarate ufficialmente “aperte” (benché siano percorribili in autonomia); non si tratta infatti soltanto di concludere la sistemazione dei sentieri e di installare la segnaletica come per un comune percorso escursionistico, lavoro comunque non certo banale, ma anche e soprattutto di creare una rete di strutture a supporto dei camminatori che facciano parte del progetto e se ne sentano parte integrante.

L’associazione sul proprio sito web ufficiale raccoglie ed elenca tutti i soggetti, tappa per tappa, che hanno deciso di entrare a far parte del progetto sottoscrivendo un apposito disciplinare: gli ostelli e i b&b si impegnano per esempio a garantire prezzi all’interno di una certa fascia e a fornire servizi di base non inferiori a determinati standard, mentre chi opera nella ristorazione oppure nel turismo si impegna a proporre prezzi speciali riservati ai pellegrini.

Un altro aspetto interessante, forse non comune agli altri cammini, è l’esistenza dei “comitati di tappa” e dei referenti che si occupano – ciascuno per il proprio tratto di competenza – di mantenere il percorso, la segnaletica, e sono un punto di riferimento a disposizione di chi sta percorrendo il Cammino Materano.

Questo grande lavoro viene svolto su base esclusivamente volontaria; anzi, tutti i referenti che ho conosciuto tengono particolarmente a precisare che il Cammino Materano ad oggi sta in piedi esclusivamente grazie alle proprie gambe, senza investimenti pubblici.

Se a questo punto vi state chiedendo “perché lo fanno?” o “quali sono le loro motivazioni?”, e non potendo rispondere io per loro, preferisco riportare direttamente il loro punto di vista. Questo è un estratto dall’introduzione della guida “Il Cammino Materano – Lungo La via Peuceta” in cui i tre autori – nonché fondatori del Cammino: Angelofabio Attolico, Claudio Focarazzo e Lorenzo Lozito – spiegano perché tutto questo è “qualcosa di più di un cammino”:

Dietro questo cammino ci sono storie personali, di fallimento e di successo, di cadute e di risalite. […] In filigrana a ogni chilometro di questa via c’è la spaventosa crisi che ha costretto una generazione al bivio tra l’emarginazione e l’emigrazione; noi tra queste due vie ne abbiamo scelta una terza. Ogni freccia tracciata è stata un atto di volontà in “direzione ostinata e contraria” rispetto all’individualismo imperante, all’opportunismo del “sistemarsi”, alla rassegnata indolenza e alle sterili lamentele. Abbiamo deciso di incamminarci per una strada in salita, ma che andava nella sola direzione per noi concepibile: quella di restare, per contribuire a porre le basi dello sviluppo sostenibile del nostro territorio, l’unica via possibile per garantire un presente e un futuro migliori. La realizzazione di questo progetto è stata, nonostante le competenze tecniche, le lauree e le esperienze internazionali, il frutto di un’ostinazione pagata con dignità e orgoglio con le ore passate a lavorare nei call center e nei campi, a dispetto dell’idea retorica di un Sud lassista, non disposto a fare sacrifici per cambiare lo stato delle cose. […] Il Cammino Materano è stato, e continua a essere, un lavoro di gruppo, di visione collettiva. Con l’associazione abbiamo lavorato non solo a costruire fisicamente la Via Peuceta, ma anche a diffondere quella “cultura del cammino” che costituisce uno degli scopi principali dell’intero progetto: perché solo a piedi è possibile conoscere e apprezzare pienamente il patrimonio naturalistico, paesaggistico e culturale, e prendere l coscienza che esso costituisce la più importante ricchezza di un territorio.